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I CITTADINI MODICANI SANNO CHE CHI AMMINISTRA LA CITTA’ RINUNCIA A REALIZZARE OPERE DI PUBBLICA UTILITA’ A COSTO ZERO ?
Era il 9 aprile 2004 quando il Sindaco Torchi, con determinazione n° 936 affidava ad un libero professionista l’incarico di provvedere alla redazione del progetto esecutivo per procedere ai lavori di completamento del campo di calcio Tantillo di Frigintini, incompleto da decenni e che l’Amministrazione dell’epoca intendeva completare. Con determinazione del dirigente IV settore del 9 novembre 2004 viene formalizzato il precedente impegno. I lavori di completamento, avrebbero riguardato l’ampliamento del rettangolo di gioco e la sistemazione degli spogliatoi esistenti. Per il finanziamento della suindicata opera, era stata avanzata richiesta di concessione di un mutuo all’Istituto per il credito sportivo che con nota del 24/03/2004 aveva comunicato la favorevole disposizione ad accordare il finanziamento richiesto. Tutto rimase in standby, in attesa di potersi avvalere di qualche legge che evitasse d’incidere nelle casse comunali. La legge arrivò ma non per noi ! In data 3 agosto 2011, il professionista incaricato sollecitava, a mezzo lettera regolarmente protocollata, l’attuale Amministrazione a produrre la relazione geologica al fine di poter completare la redazione del progetto e soprattutto per rendere possibile la partecipazione al bando pubblico P.O. F.E.S.R. Sicilia 2007/2013 – Asse 3 – Obiettivo specifico 3.3 – Operativo 3.3.2 linea d’intervento 3.3.2.1 , pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 06/05/2011. Tale bando pubblico prevedeva in particolare il totale finanziamento di opere inerenti allo sviluppo dell’offerta sportiva, anche in aree interne di pregio ambientale.Ad agosto di quest’anno ,scadevano i termini per la partecipazione al bando prorogati di 60 giorni e, incredibile ma vero, il progetto di cui stiamo parlando non viene presentato né entro agosto né ad ottobre. I concittadini di Frigintini si chiedono se possa essere tollerato che per l’ignavia di qualche Amministratore, la frazione, di cui tutti i politici, a parole, dicono di voler rilanciare e valorizzare,debba subire la penalizzazione di non poter fruire d’una struttura sportiva degna di tale nome, che peraltro non avrebbe intaccato d’un solo euro le casse comunali. Si chiedono anche se i responsabili di tale inadempienza non provano vergogna del fatto che la loro inadeguatezza costringa gli utenti del campo ad usare un container arrugginito al posto degli spogliatoi. Si chiedono infine se il lavoro tecnico eseguito dal professionista incaricato per un corrispettivo di € 21.571,80 che comunque andrà pagato, non andrebbe addebitato ai responsabili del fallimento d’un progetto che avrebbe contribuito a migliorare l’immagine della frazione modicana. Da questa sconcertante vicenda, emergono ancora una volta l’incapacità di gestire il territorio con la doverosa competenza e serietà e l’antico vizio di concepire la politica in maniera clientelare , privilegiando le prospettive di ritorno in termini elettorali e non le reali esigenze e gli impegni assunti. Tant’è ! I lavori programmati per il Tantillo di Frigintini, sono stati eseguiti al Caitina di Modica.
> il sutra del loro tanto per cominciare non e stato scritto da Shakyamuni tanto per cominciare, ma scritto circa 400 anni dopo la sua morte, e questo la dice lunga sul grado di preparazione degli attuali membri dell IBISG ,tutti ikeda e daimoku...il resto e opzionale. La questione buddismo e solo strumentale, se vogliamo parlare di qualcosa piuttosto parlate di nichirilismo ? E giusto il consiglio di leggere qualche libro anche di ikeda se vogliamo, ma direi anche qualche bell'articolo di cristiano martorella per esempio?
LA SANITA’ DALLE NOSTRE PARTI ED IL MANCATO RISPETTO DELLE LEGGI CHE LA POTREBBERO RENDERE PIU’ EFFICIENTE.
Complice la crisi che da circa tre anni rende complicata la vita di tutti, si è consolidata l’incomprensibile abitudine di tagliare risorse anche a quei settori che per l’ importanza che rivestono nella vita di tutti noi, non dovrebbero essere mai sfiorati da politiche di austerità. Si tolgono infatti risorse all’istruzione, alla ricerca, alla sanità, rendendo precaria la tutela della salute dei cittadini, sancita dalla nostra Costituzione ma praticamente inapplicata per quella miopia politica e manageriale che considerano la sanità alla stregua di altri settori nei quali è possibile intervenire senza pregiudicare diritti fondamentali del cittadino e contraddicendo le stesse leggi che dovrebbero regolare la materia. Accade infatti che nelle strutture ospedaliere facenti capo all’ASP 7 di Ragusa, soprattutto nelle ore serali e notturne, ci si possa recare con i propri piedi ed uscire in posizione orizzontale, ma non per problemi legati alla professionalità dei medici o degli infermieri, né per la loro mancanza di abnegazione al servizio, bensì perché i manager, hanno un solo obiettivo che è quello di non sforare la spesa programmata. E se qualcuno ci rimette la vita ? Cosa importa, si troverà una motivazione più o meno plausibile e si aspetterà il prossimo sfortunato. Nel mese di giugno di quest’anno, il dottore Ettore Gilotta, manager dell’Asp 7 di Ragusa, dichiarò in una sua intervista che durante la sua gestione, non ci sarebbero stati infermieri in più negli ospedali minori. Bene ! Eliminare gli sprechi non può che essere elogiato, ma è normale che al pronto soccorso del Maggiore di Modica, nel turno serale e notturno, ci sia solo 1 medico e 2 infermieri ? E’ concepibile che un cittadino vada al pronto soccorso per verificare un sospetto inizio d’infarto e a causa dell’arrivo di molte ambulanze, il personale medico e paramedico non possa controllare l’evolversi delle condizioni di coloro che potrebbero correre seri rischi per la loro vita ? Siamo tutti contro gli sprechi, ma la salute dei cittadini non può essere barattata con esigenze di bilancio e detestiamo al contempo i privilegi e le contraddizioni. Tagliare risorse alla sanità e riconoscere stipendi milionari ad un professionista dello stesso settore, rappresenta una contraddizione che confligge con la tanto osannata razionalizzazione dei costi e costituisce una doppia beffa per il cittadino che non riceve un servizio adeguato, dovendo comunque pagare i privilegi di qualche manager.
carissimo Sig. tony, Le voglio fare un parallelismo con la Chiesa Cattolica. Vero è che qualche prete si dedica agli affari suoi personali invece che agli insegnamenti originari della Chiesa Cattolica (pace e amore)... continua la lettura.
carissimo collega (in quanto fortunato pensionato), raccolgo con entusiamo la provocazione e comincio da lontano; più precisamente a cavallo tra gli anni settanta e ottanta. Dietro la parola "RIQUALIFICAZIONE" si nascondeva una delle più grandi insidie sociali di quegli anni, con ripercussioni fino ai giorni nostri: l'edilizia economica e popolare sovvenzionata e convenzionata; ovvero grandi alveari per gente poco abbiente che veniva letteralmente relegata in ghetti_lager lontano dai cittadini "probi ed onesti" che potevano starsene tranquilli nei loro residences alberati e serviti di ogni comfort (non a Modica, però, dove la città ha subito uno sviluppo diverso tanto nella parte vecchia quanto in quella nuova). A metà degli anni ottanta gli urbanisti conclusero che l'esperimento non era riuscito (vedi ZEN, PEEP o periferie popolari di qualunque città d'Italia, ma anche i cugini francesi con le loro "banlieu" non scherzano, anzi hanno raggiunto apici di decadenza sociale che non hanno pari nel mondo se non nelle grandi metropoli degli Stati Uniti d'America). Tutto da rifare dunque, prevedere l'integrazione sociale e non l'emarginazione, ma... ma gli urbanisti (di solito grandi teorici) non avevano fatto i conti con l'economia e con i grandi appalti, con gli interessi che gravitano attorno allo "sviluppo verticale" della città a scapito dello "sviluppo intelligente". E veniamo ai giorni nostri; facciamo uno zoom su Modica e poi su Via Fontana, fino all'ex Foro Boario (oggi costruenda villetta comunale) e, come possiamo vedere dai fotomontaggi allegati ad un progetto di "riqualificazione" che il Cons. Migliore mette gentilmente a disposizione del cittadino [IL CONS. MIGLIORE, HO DETTO, NON IL SINDACO BUSCEMA], di tutto si tratta fuorchè di riqualificazione. Si tratta di cementificazione; si tratta di addensamento edilizio; si tratta di congestione; si tratta di business; si tratta di emarginazione di famiglie poco abbienti che vengono contrassegnate con la X e poste lungo l'alveo di un torrente a rischio idrogeologico (tanto chi se ne frega se a rimetterci le penne sono dei poveracci); si tratta di far arrivare soldi (lodevole), se poi vengono spesi male, pazienza!
Personalmente vedrei la riqualificazione qualora il progetto prevedesse dei corsi alternativi al greto del torrente, giusto per non rivedere le scene genovesi che hanno fatto il giro del mondo; qualora al posto di orrende palazzine fossero state previste casette bipiano con sottotetto più consone al nostro tessuto cittadino; invece no! il progettista si è assuefatto alle palazzine esistenti (probabilmente oggetto di sanatoria!) pensando che così si amalgamava il tessuto urbano; come dire: dove c'è già degrado, un pò in più non si nota, anzi diventa una regola compositiva.
Nota 1: ma la Sovrintendenza lo ha visto il progetto?
Nota 2: ma i geologi che visionano il progetto sono sicuri che DUE PIANI INTERRATI non subiranno spinte idriche alle prime acque che alimentano i lati del torrente? (ricordiamo, per la cronaca, che le acque provenienti dai costoni non entreranno nell'alveo del torrente, ma si fermeranno ai lati, spingendo verso l'alto tutto quello che gli capita a tiro).
Per ora è tutto, nei dettagli costruttivi entreremo a suo tempo.
> Quello che ho letto, non e' affatto giusto. Sono ormai 12 anni che pratico il buddismo del Sutra del loto antico sutra scritto da Shakyamuni il budda storico. Nichiren ne ha colto l'essenza non e' falso buddismo... continua la lettura.
Tempo fa qualcosa del genere è successo a Te caro Giovanni, Ti confermo e rassicuro, nulla è cambiato.
Il Paziente oltre ad essere paziente deve conoscere anche il francese per capire la scritta “triage” sulla targhetta accanto a quella stanza vuota.
Sul sito www.salute.gov.it viene spiegato come funziona il “triage”. L'attivita' del triage si articola in: • accoglienza: raccolta di dati, di eventuale documentazione medica, di informazioni da parte di familiari e+o soccorritori, rilevamento parametri vitali e registrazione; • assegnazione codice di gravità: tali codici, in analogia con i criteri definiti dal decreto del Ministero della Sanità del 15 maggio 1992, articolati in quattro categorie ed identificati con colore sono: o codice rosso: molto critico, pericolo di vita, priorità massima, accesso immediato alle cure; o codice giallo: mediamente critico, presenza di rischio evolutivo, possibile pericolo di vita; o codice verde: poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili; o codice bianco: non critico, pazienti non urgenti; • gestione dell'attesa: i pazienti in attesa della visita medica possono variare (migliorare o peggiorare) le proprie condizioni cliniche, è quindi parte integrante dell’intero processo di triage la rivalutazione periodica della congruità dei codici colore assegnati.
Ma a Modica funziona così?
Forse di giorno, ma sicuramente non di sera, pertanto siete invitati a non aver bisogno del pronto soccorso nelle ore notturne, perché l’accoglienza è lasciata al caso e per aver assegnato un codice bisogna sperare che i bisognosi notturni siano un numero limitato, inutile aggiungere che se ci sono problemi per valutare ed assegnare il codice di gravità è inutile sperare in una rivalutazione periodica dei codici assegnati.
Perché non funziona?
Perché di sera l’organico del pronto soccorso viene ridotto al minimo, un medico, due infermieri, un inserviente e inoltre nessun medico ai reparti per ottenere delle consulenze.
Giorno 24 novembre 2011 verso le 20:20 mentre ero al lavoro ho avuto una forte tachicardia con dolore al petto e al collo. In pochi minuti mi sono recato al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, c’era solo una signora col figlio e nessun altro, penso di essere fortunato perché l’attesa sarebbe sicuramente stata modesta, così, malgrado la paura, mi sono seduto in attesa del codice “triage”. Non immaginavo che in pochi minuti la sala d’attesa si sarebbe riempita e le ambulanze, 6, forse 7 in poco più di 3 ore, senza sosta, portassero i loro carichi di sofferenza. Nel frattempo la stanza con la targhetta “triage” restava desolatamente aperta e vuota come l’aveva trovata il primo paziente alle 20:10. Finalmente alle 21:20 arriva un infermiere e comincia a chiamare per assegnare il codice, dopo un’ora, alle 21:32, mi viene assegnato il tanto sospirato codice, per la cronaca è giallo, ma resto in attesa perché, come ho già detto, le ambulanze sembravano delle api che entravano ed uscivano dall’alveare in continuazione. Alle 22:00 entro nell’ambulatorio e trovo solo un medico ed un’infermiera, il secondo infermiere continuava ad assegnare codici. Il pronto soccorso ha due sale attrezzate, una era occupata, nel corridoio antistante c’erano tre barelle con Pazienti e anche la saletta di fronte era occupata e, se non ricordo male, un altro Paziente era in sala TAC. L’unico inserviente faceva la spola fra laboratori e reparti. Dopo l’ECG e il prelievo mi fanno accomodare nella seconda saletta e nell’attesa sento che c’è un codice rosso e di tanto in tanto quanto si apre la porta noto che la sala d’attesa è piena e vedo che il paziente arrivato dopo di me è ancora lì ed è passata la mezzanotte. Riflettendo sull’accaduto mi viene in mente la grande rabbia che c’era in tutti noi, ma nello stesso tempo tanta dignitosa rassegnazione e comprensione verso l’unico medico, i due infermieri e l’inserviente che senza sosta hanno lavorato per tutto il tempo.
Di chi è la colpa di tutto ciò?
Chi amministra il servizio sanitario nella nostra provincia si rende conto di quello che succede negli ospedali? Sa che non sono rispettate le regole che loro stessi hanno adottato?
Mi sono chiesto quanto guadagna questo dirigente che ha ridotto all’osso l’organico del pronto soccorso e mentre lui dorme beato altri soffrono disagi enormi? Una vocina al telefono mi dice appena 400.000,00 euro l’anno. Sarà vero? Se è così magari quando dorme sogna come spendere i 1.000,00 e più intascati ogni giorno.
Signor amministratore la posso denunciare per ritardato soccorso?
Non crede sia meglio ottimizzare i servizi anziché tagliarli per risparmiare? Lo sa che spesso ottimizzare e risparmiare possono coesistere? Non pensa che della sofferenza si debba avere grande rispetto? Sa cosa mi rende meno triste? La certezza che malgrado tutto ci sono Uomini e Donne che per molto meno di 1.000,00 euro al giorno rendono un servizio straordinario alla collettività, malgrado l’ottusità di amministratori, burocrati e politici. Dorma sonni tranquilli, con l’augurio che restino sempre tali; anche se purtroppo a volte si trasformano in incubi, la ruota gira per tutti.
Amici del blog, incomincio a passarvi alcuni documenti e foto in modo che ognuno possa rendersi conto in misura precisa di quello che si vuole fare e quindi di quello che si dice.
puo capitare che dei cd si guastino,che delle trascrizioni non sono fatte che degli assegni sono stati fatti cosi per gioco ,puo capitare !!!!! tutto ok trionfa la giustizia ,magistrati visionari e cittadini calpestati ancora!!! che il Signore renda merito a tutti....
(Ascolta
il messaggio)Tema: 99 - Post: 6884 a cura di un ex studente che non ha imparato un cazzo
del
26/11/2011 21:18:25
ALLUVIONE A MODICA
Una notte di cento anni fa, gli abitanti di Modica si svegliavano di soprassalto, senza sapere cosa stesse succedendo, senza sapere cosa fare, impauriti e in preda ai mutevoli ed imprevedibili eventi atmosferici. Un temporale incessante si stava abbattendo sulla città con un'intensità da catastrofe. Era il 26 settembre 1902 ed era la notte della grande alluvione: 20 minuti che cambiarono la città e parte della sua storia. Il 25 settembre si erano creati una depressione barometrica sulla Tunisia e pressioni elevate nell'Europa centrale: questi due eventi, congiunti, provocarono piogge torrenziali su tutta la Sicilia sud-orientale tra il 25 e il 30 settembre. Nella stazione pluviometrica di Giarratana, la più vicina a Modica, si registrarono, tra il mattino del 25 e il mattino del 26 settembre, 395 millimetri di pioggia. La bufera fu, in alcuni momenti, così intensa, da far parlare i testimoni del tempo di "veri filetti liquidi cadere dal cielo".
A Modica, il cui centro abitato era ancora attraversato dai torrenti a cielo aperto, l'effetto fu devastante. Intorno alle 4.20 del mattino i corsi d'acqua cominciarono ad ingrossarsi; alle 4.30 i torrenti erano già straripati e raggiungevano il metro di altezza dal livello della strada; alle 4.40 l'acqua arrivò al primo piano delle abitazioni collocate lungo gli argino dei torrenti; alle 5.00 la piena era cessata, un rigagnolo scorreva negli alvei e rimaneva solo fango, tanto fango sulle strade. La piena aveva trascinato con sé ogni cosa, aveva distrutto le abitazioni più povere, inondato i palazzi e sradicato gli alberi, scoperchiato i tetti delle case più basse, distrutto la fognatura, la rete idrica e i ponti su torrenti. Gli abitanti furono colti nel sonno. Centododici le vittime e danni per due milioni di lire di quegli anni: il disastro era immane.
Nella Via Dione (l'attuale Via Marchesa Tedeschi), tre case furono del tutto sradicate; Palazzo Galfo, trovandosi di fronte al corso del torrente, laddove l'alveo si incurva, fu investito dalla piena che lo inondò completamente lasciando un metro di fango al primo piano; nella Via Santa, poi soprannominata via Maledetta, che si trovava ad un livello più basso rispetto ai marciapiedi lungo gli argini, perirono ventitré persone; nelle campagne alcuni terreni furono dilavati dall'intensità della pioggia e riportati a nuda roccia. Questi solo alcuni degli esempi di tanta distruzione. Per la città si trattò di una grave perdita, non solo umana e materiale, ma anche economica. Così, le scene di disperazione per la perdita di affetti e averi, lo straziante riconoscimento di cadaveri dissotterrati dal fango e portati nelle chiese o giunti con carri dalle spiagge dei paesi limitrofi dove la piena li aveva trasportati, lasciarono presto il posto alla ricostruzione.
Circa cento attività commerciali che fiancheggiavano il Salone, ovvero il Corso Umberto, erano andate distrutte e la merce dispersa, i mulini costruiti in prossimità dei ponti e pieni di frumento avevano fatto la stessa fine, le coperture degli alvei, già iniziate dopo l'alluvione meno catastrofica del 1833, erano state abbattute, le campagne allagate. Bisognava ricostruire una città e la sua economia. Ma Modica non fu sola nella sventura. Alle locali compagnie di carabinieri e soccorritori volontari, che per giorni scavarono instancabilmente nel fango, si aggiunsero squadre degli eserciti di Messina e Siracusa, da Quest'ultima arrivarono carichi di pane per i disastrati, il prefetto fu subito sul posto per coordinare le operazioni. Ma furono i giornali nazionali e locali a creare una forte eco attorno alla vicenda: La Stampa, il Corriere della Sera, La Domenica del Corriere, Il Secolo Illustrato, La Tribuna Illustrata, l'Ora, Il Sole del Mezzogiorno, La Sicilia, il Giornale di Sicilia portarono in prima pagina una Modica distrutta ma anche un po' irreale (450 le vittime secondo alcuni corrispondenti e Modica città di gondole secondo alcuni disegnatori), e nel fornire i particolari più minuziosi intorno alla vicenda incollarono alle proprie pagine migliaia di lettori in tutta Italia; scattò ben presto una gara di solidarietà per alleviare le perdite e i disagi di chi era stato colpito dalla forza della natura negli affetti e negli averi e furono così organizzate sottoscrizioni, cortei pro-Sicilia e pro-Modica e passeggiate di beneficenza.
Le offerte volontarie (ottocento mila lire del tempo pari a circa venticinquemila euro) permisero un immediato sollievo per i più colpiti, mentre allo slancio generoso delle città di Milano e Palermo si deve la nascita di un quartiere per i senzatetto che dalle due benevole città prese il nome. In un secondo momento arrivarono anche gli aiuti dello Stato che permisero la ricostruzione degli argini e la copertura definitiva degli alvei che, se tolse a Modica la caratteristica conformazione di una Venezia del Sud, la resero certamente più sicura e più pulita. In un periodo in cui cominciava a nascere il concetto di opinione pubblica e in cui si dibatteva la questione meridionale, la tragedia di Modica si presentò come un emblema e la solidarietà che arrivò da ogni parte d'Italia dimostrò quanto sentito era il concetto si Nazione, tanto da far esclamare al milanese Ottone Brentari, corrispondente del Corriere della Sera: "E sia meno maledetta anche la sventura se essa servirà a farci amare e conoscere di più tra fratelli e fratelli!"
Grazie Consigliere Migliore, Modica non ha capito un cazzo.Gli alluvioni si ripeteranno e noi come coglioni resteremo a guardare. Veda che io sono stato in due riunioni tenuti alla vignazza, e oltre ad non esserci nessuno degli interessati,il momento è stato solo per una passerella politica del Sindaco, degli assessori in carica e degli ex assessori che hanno grandi interessi. Chi è il progettista capofila dell'opera? Chi sono i tecnici? Quant'è la parcella di questi signori?
Migliore lei mi sorpprende, non ha capito perchè vogliono costruire lungo l'alveo di un torrente come si faceva in tempi molto antichi? Semplice, dove c'è acqua c'è vita e dove c'è vita c'è da pescare uuuhhhh se c'è da pescare,lì ci sarà pesce per tutti. E poi da quelle parti vicino al vecchio macello fino agli anni 50 e 60 del Novecento venivano lavati gran parte dei panni dei modicani della parte alta e bassa della città. Quindi se hanno scelto quella zona sarà perchè nel caso di una crisi più austera e le lavatrici dovessero restare ferme,almeno si ritornerà a lavare i panni nella vecchia maniera. Come sappiamo nell'attuale società di panni sporchi ce ne sono sempre tanti, uuuuhhhh se ce ne sono....
n.c. (nota cutta) ma u geometra pensionatu unni finiu? Comu a pensa iddu ca era ro mistieri?
IL RITORNO AGLI ALBORI DELLA CIVILTA’ NELLE POLITICHE COSTRUTTIVE DELLA NOSTRA CITTA’
Nell’ambito del programma integrato per il recupero e la riqualificazione della città, promosso dal Dipartimento Regionale delle Infrastrutture il 29/06/2010 e pubblicato in G.U.R.S. n° 32 il 16/07/2010, s’inserisce il progetto via fontana che in teoria, per gli interventi contemplati, dovrebbe abbellire la realtà urbana.
La scelta dell’area è stata la più opportuna, tenuto conto delle sue caratteristiche ?
I 6.013 metri di terreno sono situati in zona B1 e ricadono lungo l’alveo compreso tra le vie Gerratana e Fontana e si allunga a partire dall’odierno terminale della via Salvatore Quasimodo, importante alveo viario urbano, posto a copertura del torrente Modica-Scicli, fino quasi all’altezza dell’abbeveratoio da cui inizia l’area dell’ex Foro Boario.
Se anticamente costruire quasi esclusivamente lungo i fiumi, perché costituivano le uniche vie di comunicazione, aveva un senso, oggi qual è la reale motivazione per ritornare a quest’antica concezione ? Ed ancora, un’Amministrazione che si muove per realizzare opere di così rilevante portata, perché non sente il bisogno d’un consulto preventivo con i cittadini che amministra,nella fattispecie con i rappresentanti del popolo ovvero i Consiglieri comunali, per evitare di consegnare alla città qualcosa che i cittadini potrebbero non volere ? Se questo progetto dovesse concretizzarsi, nella zona sopradescritta, sorgerebbero 7 palazzi di edilizia convenzionata con un cofinanziamento regionale di 6 milioni di euro, un contributo comunale di 484.000 euro pari al prezzo del terreno donato ed un intervento d’imprenditori privati pari a 10.600.000 euro.
Al fine di evitare che questo progetto continui il proprio iter tecnico-burocratico e che non riceva invece gli importanti visti della popolazione, come in altri casi è già accaduto, sarebbe a mio parere opportuno che chi governa la città, potesse informare la cittadinanza di quanto l’Ente sta per realizzare.
Carissimi, consigliere Migliore e lettori di questo prezioso Blog.
“Il Sistema Informativo pubblico – combinazione di risorse, umane e materiali, e di procedure organizzate – è finalizzato alla raccolta, archiviazione, elaborazione e scambio delle diverse informazioni e dei diversi dati necessari per l’espletamento delle attività operative, programmatiche e di controllo dell’ente stesso”.
Chiaccherando con alcuni colleghi sull’argomento mi è stata data notizia che il Comune di Modica possiede già tra il proprio personale (anche ex contrattista) alcune figure professionali altamente qualificate in grado di avviare un processo di modernizzazione tecnologica e risolvere di gran lunga i problemi legati ai vari disservizi in materia d’informatizzazione.
Alcuni di questi dipedenti sembra che siano in grado di sviluppare applicazioni web all’avanguardia a costo ZERO e del tipo:
- Applicativo a 360° portale web istituzionale;
- Applicativo gestionale U.R.P. interconnesso in real time con tutte le postazioni degli uffici preposti (Intranet-Internet);
- Applicativo Albo pretorio (gestione affissioni all’albo pretorio elettronico sul sito istituzionale di atti dell’ente e di enti esterni che ne facciano richiesta);
- Applicativo Anagrafe+elettorale+stato civile (gestione dati ed informazioni relativi alla posizione anagrafica, elettorale e di stato civile dei cittadini) il tutto con Firma e Timbro digitale, chiaramente tutto sul web;
- Applicativo Gestione Personale (gestione del personale per il calcolo della retribuzione in base al tipo di normativa contrattuale; rilevazione presenze+assenze tramite specifico applicativo, timbratrici e registro personale);
- Applicativo protocollo (gestione della protocollazione, classificazione e scansione dei documenti in ingresso ed in uscita dall’ente);
- Applicativo gestione SMS+Web (Parchimetri e strisce blu); - Applicativo gestionale città digitale (Musei, siti turistici UNESCO, aziende, servizi pubblici) con le GOOGLE MAPS;
- Applicativo gestionale Videosorveglianza.
- altro ancora...
E’ fondamentale per una città che questi servizi informativi esistano; migliorano la qualità della vita e rafforzano la fiducia tra il cittadino e le Istituzioni.
Apprezzando l’ impegno che Lei costantemente dedica per questa città, non potrebbe informarsi sulla veridicità di quanto su descritto e comunicarle su questo o su altro Forum?
OGGETTO : INTERROGAZIONE CONSILIARE IN FORMA ORALE
Il sottoscritto Consigliere comunale Giovanni Migliore, appartenente al gruppo “idea di centro”, chiede al Presidente del Consiglio il proprio intervento presso l’Assessorato competente per avere lumi sui disservizi degli uffici anagrafici. Nei giorni scorsi, alcuni cittadini si sono recati negli uffici anagrafici di Modica alta per richiedere il rilascio d’un certificato ma l’unica cosa che sono riusciti ad ottenere è stata la spiegazione di un’impiegata che ha motivato l’impossibilità del rilascio dei certificati che i cittadini chiedevano, a causa della malattia dell’addetta al servizio. Non è a dir poco strano che l’assenza per malattia di un’impiegata possa complicare la vita a diversi cittadini, impediti ad ottenere una certificazione che spesso può essere di somma urgenza per il completamento d’una pratica ? Così difficile è in questi casi spostare un impiegato da un ufficio ad un altro per non creare disservizi ai cittadini ? Poiché non è la prima volta che accadono cose di questo genere, conseguenti alla pigrizia dell’assessore al ramo, si chiede di conoscere i reali motivi per cui accadono fatti del genere che non contribuiscono certamente a dare un’immagine prestigiosa della macchina amministrativa della nostra città. Si chiede altresì di conoscere l’iter che dovrebbe portare all’informatizzazione del sistema e che se non giacesse ancora in qualche sperduto cassetto, consentirebbe una gestione del servizio anagrafico più moderno ed a costo zero, potendolo affidare in gestione a qualche Patronato di Modica alta, consentendo un servizio più qualificato ai cittadini ed uno sgravio di costi per il Comune.
Ciao Giovanni ti disturbo in qualità di consigliere comunale. La settimana scorsa sono andata all'ufficio comunale di Modica Alta per fare un certificato. Ho trovato una signora molto gentile che però era là solo per comunicare alla gente che l'impiegata autorizzata a fare i certificati è malata, non si sa quando rientra e nessuno la sostituisce. Io mi chiedo: è possibile che con tutti gli impiegati che ha il comune di Modica non ce ne sia uno che possa sostituirla? La stessa situazione è già accaduta tempo fa ad altre persone. Affido a te questa mail di protesta. Sono sicura che ne sarai portavoce. Grazie.
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