> Signor Roberto Mingandi,
si legge nella sua: (Gestisce il terzo partito politico del Giappone che è di estrema destra). "Il Komeito non è gestito da Ikeda, la Soka Gakkai giapponese se ne è separata in anni passati, ma lo sostiene".
Si può dire che la mente non sà quello che fa il braccio?
Riguardo agli accostamenti, per me parecchio discutibi, a Gandhi e Martin Luther King, sono palesemente asserviti, così come sono asservite tutte le onorificenze del Signor Daisaku Ikeda. Servono a farsi legittimare, perchè fanno parte del marketing moderno, anche se la storia è vecchia. Anche Greci e i Romani cercavano la legittimazione in alberi genealogici mitologici e strambalati per essere seguiti e osannati dal popolo, la storia si ripete col Signor Daisaku Ikeda. Quanti piccoli Omero ci sono oggi che scrivono e attribbuiscono meriti ingiustificati al Signor Daisaku Ikeda?
Voglio raccontare una storiella.
In un piccolo villaggio dell'India viveva un Signorotto, malvisto ed odiato da tutti gli abitanti perchè, oltre ad essere superbo, era avaro e praticava l'usura. Un giorno, andando in giro per curare i suoi affari, notò del fermento fra gli abitanti. Tornato a casa chiese ad un servo se sapeva il perchè di tale agitazione. Il servo gli disse che correva voce della presenza, il giorno successivo, di un grande e molto stimato, vecchio Santone. Si avviò a tavola continuando a pensare al Santone, alla fine, dopo aver a lungo meditato che quella era un occasione da non perdere, chiamò il servo e gli disse: "Domattina allo spuntar del sole, vai sulla strada che conduce al villaggio e porta da me il Santone". Di buon mattino, il servo, eseguì l'ordine del padrone, accompagnando il Santone alla sua abitazione. Rimasti soli, disse al Santone che aveva un problema e Lui lo poteva aiutare. "Tutti gli abitanti del villaggio mi disprezzano e questo mi nuoce. Con l'occasione della tua presenza ho pensato che camminando per il villaggio accanto a te, sicuramente gli abitanti cambieranno opinione su di me, la tua vicinanza, il tuo carisma, darà lustro alla mia immagine. Ti prego di compiacermi in questo." Il Santone acconsentì. Così l'uno accanto all'altro si avviarono lungo la strada principale del villaggio. Gli attestati di stima al Santone, lungo il percorso, furono enormi e il Signorotto si compiaceva e anche Lui rispondeva ai saluti e agli inchini. Alla fine chiese come poteva sdebitarsi per il favore ricevuto: "Dimmi cosa posso fare ed io lo faccio, dimmi cosa ti posso dare e te lo darò". Il Santone, rifiutando garbatamente, lo guardò, e con serenità gli disse" Io morirò prima di te, ti consegno questo oggetto, quando tu morrai me lo dovrai portare", gli prese la mano e ci mise sopra uno spillo storto e arrugginito. Il Signorotto, perplesso, ma estremamente contento per il risultato ottenuto, si avviò verso casa. La moglie, quando lo vide, gli chiese quale fosse il motivo di tanta contentezza. Nel raccontare quanto aveva fatto nella mattinita concluse dicendo:" sono stato anche fortunato, ha rifiutato ogni cosa da me offerta, mi ha chiesto solo di portargli alla mia morte questo spillo storto ed arrugginito, povero scemo". La moglie, lo guardo, e, con commiserazione, gli desse " non hai capito niente. Quando morirai neppure uno spillo potrai portare con te".
Amici traete Voi le conclusioni della storia.
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