Ho sempre pensato che il buon andamento d’un Paese, la sua crescita, il benessere del proprio popolo, dipendessero esclusivamente dagli uomini che esso sceglie democraticamente per essere governato(concetto opinabile fino a quando non verrà restituita ai cittadini la reale facoltà di scelta, per ora affidata alle segreterie dei partiti), ma in queste ultime settimane, non si può non prendere atto che il destino d’una Nazione, molto più che dagli uomini che la governano, dipende in maniera prevalente da un gruppo di persone, irrilevante numericamente rispetto al contesto che influenza ma con una capacità non paragonabile a nessun altro potere e che si chiama mercato finanziario. Gli uomini che si occupano di questa delicatissima materia, negli ultimi tempi, complice la crisi che comunque ha delle responsabilità oggettive all’interno dei vari governi, andando di volta in volta ad individuare le economie nazionali più fragili, riescono a decretarne il loro destino. Tanti sono gli Stati che come birilli, uno dietro l’altro, stanno cadendo sotto la scure d’un potere terzo rispetto ai singoli governi, che una volta entrati sotto la lente di questo strano e micidiale potere, difficilmente riescono a salvarsi da prospettive di ritorno al passato di alcuni decenni. Di questo passo, non si corre il serio rischio che tutti i 27 Paesi della Comunità europea facciano la stessa fine della Grecia, del Portogallo, dell’Irlanda, dell’Italia ? Qualche segnale induce a supporre di si, tant’è che da qualche giorno, la Francia ritenuta economicamente forte, non gode più dello stesso giudizio. E se dovesse fallire il piano di risanamento della Grecia, non diventerebbe immediatamente fragile la tanto osannata economia tedesca, coinvolta dall’acquisto di miliardi di euro di titoli greci ? Se il destino di oltre un miliardo di persone dipende da qualche migliaio di uomini che decide chi promuovere e chi bocciare, siamo messi davvero male !
|