Vediamo prima di capire cosa è il CIPE e di cosa si occupa:
Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il CIPE, acronimo di Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica è l'organismo statale creato con Legge 27 febbraio 1967, n. 48, art.16, nella cui enunciazione si può rilevare:
Il Comitato è presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri ed è costituito in via permanente dal Ministro per il bilancio e per la programmazione economica, che ne è Vice-presidente, e dai Ministri per gli affari esteri, per il tesoro, per le finanze, per l'industria e commercio, per l'agricoltura e foreste, per il commercio con l'estero, per le partecipazioni statali, per i lavori pubblici, per il lavoro e la previdenza sociale, per i trasporti e l'aviazione civile, per la marina mercantile e per il turismo o lo spettacolo nonché dal Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e nelle zone depresse del Centro-Nord.
[(n.d.r.: il motivo per cui molta parte dei soldi gestiti dal CIPE rimpingua le casse del Nord Italia a scapito del vilipeso Mezzogiorno risiede in questa definizione)]
Alcuni membri tecnici esterni alla compagine ministeriale come, per esempio, il presidente dell'ISTAT, il Governatore della Banca d'Italia e il segretario della Programmazione possono partecipare alle sue riunioni, ma non possono esprimere con voto il loro parere.
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica predispone gli indirizzi della politica economica nazionale; indica, su relazione del Ministro per il bilancio e la programmazione economica, le linee generali per la elaborazione del programma economico nazionale, su relazione del Ministro per il tesoro, le linee generali per la impostazione dei progetti di bilancio annuali e pluriennali di previsione dello Stato, nonché le direttive generali intese all'attuazione del programma economico nazionale ed a promuovere e coordinare a tale scopo l'attività della pubblica amministrazione e degli enti pubblici; esamina la situazione economica generale ai fini dell'adozione di provvedimenti congiunturali
Da ciò si può evincere l'importanza dell'organismo nella vita dello Stato italiano, anche nel confronto con la politica internazionale e comunitaria, infatti nello stesso momento dell'istituzione dell'organismo si è affermato che:
Promuove, altresì, l'azione necessaria per l'armonizzazione della politica economica nazionale con le politiche economiche degli altri Paesi della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (C.E.C.A.), della Comunità economica europea (C.E.E.) e della Comunità europea della energia atomica (C.E.E.A.), secondo le disposizioni degli Accordi di Parigi del 18 aprile 1951, ratificati con legge 25 giugno 1952, n. 766, e degli Accordi di Roma del 25 marzo 1957 ratificati con legge 14 ottobre 1957, n. 1203
Nel corso degli anni successivi alla fondazione, oltre alle modifiche intervenute nei vari ministeri partecipanti al comitato, cambiati sia nelle denominazioni che nelle attribuzioni dei poteri, sono state emanate ulteriori leggi a completamento dello statuto originale del CIPE, modificando di fatto alcune particolari attribuzioni iniziali, allargando la sua sfera d'azione in merito agli studi di settore e rimandando ad altre autorità, anche Regionali, alcune delle sue incombenze di carattere fiscale ed economico.
Attualmente la segreteria del CIPE opera all'interno della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica. Il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica è la struttura di supporto che svolge le attività di:
a) segreteria del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), che comprende lo svolgimento di compiti operativi, di amministrazione, di coordinamento e di supporto per il CIPE e per le Commissioni e i Comitati che operano in tale ambito, effettuando a tal fine attività di raccordo con le altre Amministrazioni;
b) regolazione dei servizi di pubblica utilità non regolamentati da una specifica autorità di settore; coordinamento e monitoraggio degli investimenti pubblici; gestione e cura dei rapporti istituzionali;
c) analisi e valutazioni in materia di andamenti micro-economici, macro-economici e relativi interventi di politica economica e finanziaria, a livello nazionale, comunitario e internazionale; monitoraggio degli sviluppi economici correnti e prospettici del Paese nonché di specifici settori produttivi e mercati.
Il Dipartimento si articola in tre uffici:
1) Ufficio centrale di segreteria del CIPE
2) Ufficio per la regolazione dei servizi di pubblica utilità e per il coordinamento e il monitoraggio degli investimenti pubblici
3) Ufficio per l'analisi e il coordinamento della politica economica
Operano inoltre al servizio del Dipartimento le seguenti strutture:
Nucleo di consulenza per l'attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilità (NARS), Segreteria tecnica della cabina di regia nazionale, Unità Tecnica Finanza di Progetto (UTFP).
Il CIPE ha sede presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Insomma, è il CIPE che stabilisce la priorità di alcune Opere Pubbliche a discapito di altre (da cui si può evincere che i soldi gestiti dal CIPE sono nel complesso sempre gli stessi, solo che ne manda sempre meno al SUD e sempre più al Nord, pardon, alle aree "depresse" del Centro-Nord).
Questo per capire come mai il CIPE è tanto importante nella decisione di finanziare la nostra piccola rotatoria di Dente Crocicchia e il completamento del Polo Commerciale.
Per quanto riguarda l'entità delle somma che realmente serve a costruire questa benedetta rotatoria, beh, non posso che ribadire e riassumere quanto detto nel precedente post: carte alla mano si capirà che cosa prevedono 3.400.000,00 EURI.
Sig. Dics, si dia da fare a recuperare i progetti e gli elaborati economici della rotatoria e poi ne parliamo.
N.B. forse non sono stato mai abbastanza chiaro su un punto: anche a me sembrano troppi 3 mln e 400 mila, ma se sono giustificati (magari da opere a corredo della rotatoria) allora non c'è nulla da eccepire. L'importante è che le opere pubbliche si facciano, si realizzino e si utilizzino, perchè solo così il territorio può crescere. Solo gli investimenti che permangono in un territorio fanno da volano all'economia, mentre tutti quei contributi ad iniziative che non creano opere architettoniche e ingegneristiche, come quelli per la "formazione" che tanto successo hanno in questo momento, servono solo a rimpinzare i formatori e i loro enti (guardacaso tutti del Centro-Nord).
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