Giovanni Migliore - Cittadino Modicano


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ReplicaArgomento del Forum: La favola dell'industria modicana (Replica)) Da: Fonte Internet

Grazie sign.Bonfadini per avere chiarito e messo in evidenza quanto da me riportato qualche tempo fa in un commento intitolato
"La favola dell'industria modicana".
Tengo a sottolineare che dietro al nickname "Fonte Internet" c'è un semplice cittadino un pò curioso e molto desideroso di giustizia e trasparenza.
Le Sue informazioni,sign.Bonfadini,sono preziose;
la ditta Heron srl ricade nel territorio di Modica e se c'è il semplice sospetto che possa nuocere alla salute anche di UNA SOLA PERSONA,allora chiederemo "lumi" a chi di dovere.
Adesso ripropongo il mio passato articolo in modo tale da rendere piu' comprensibile quanto da Lei gentilmente scritto.

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Gazzetta Ufficiale Regione Sicilia n.41 del 30+09+2005

DISPOSIZIONI E COMUNICATI
ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

Assessore in carica dell'epoca F.Cascio (Udc)governo Cuffaro.

Giudizio positivo di compatibilità ambientale al progetto per la realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti sanitari pericolosi da realizzare nel territorio di Modica-Pozzallo, zona industriale D1, A.S.I., in catasto al foglio di mappa n. 169, particella 2351", committente ditta Heron s.r.l.
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Qualcuno avrà detto "finalmente un'industria dalle nostre parti"
qualcun'altro "ma non sarà pericolosa per la salute? "
Comunque sia,l'industria,qualunque cosa faccia,porta sviluppo,lavoro e ...benessere (?).
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Incuriosito da questa azienda,ricerco sul web "Heron srl".
Quasi non credo ai miei occhi; un'azienda molto grande,innovativa,moderna,tecnologica,sembra una delle tante che si vedono in Lombardia o nel Piemonte, e invece no, siamo proprio a Modica,zona ASI,ai confini con Pozzallo.
...Ma alla perplessa e contenuta euforia d'avere un'industria di tale portata nel nostro territorio....arriva la delusione.

A voi un articolo del Corriere di Ragusa.it... (correva l'anno 2007)

Gdf scopre truffa da 20 mln
a Ue: 4 arresti nel trapanese

Architettata in maniera ingegnosa e difficilmente individuabile, tanto da garantire la costruzione di due complessi industriali di notevoli dimensioni.

Redazione Palermo - Una truffa da venti milioni di euro all´Unione europea e´ stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Palermo che nella notte ha eseguito otto provvedimenti di custodia cautelare, di cui quattro arresti e altri quattro con l´obbligo di dimora. L´accusa e´ di associazione a delinquere finalizzata alla truffa all´Unione europea. Nell´ambito dell´operazione, condotta dalle Fiamme Gialle e coordinata dalla procura di Marsala (Trapani), sono state sequestrate quattro aziende, automezzi, conti correnti e denaro liquido per oltre 500mila euro.

Gli uomini del Nucleo di Polizia tributaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, durante l´inchiesta coordinata dal Procuratore capo di Marsala (Trapani) Antonino Silvio Sciuto e dal pm Angela Avila, hanno scoperto che il sodalizio criminale finito in carcere e all´obbligo di dimora era ´´dedito all´indebita percezione di finanziamenti comunitari utilizzati per la costruzione di impianti industriali aventi come oggetto sociale la trasformazione ed il recupero di scarti di macellazione, carcasse di animali, rifiuti vegetali ed ospedalieri, il tutto per la produzione di ´´biomassa´´ riutilizzabile per la produzione di energia´´. Le indagini, durate 2 anni, hanno visto l´impiego di un pool specificatamente costituito che ha utilizzato tutti i sistemi d´indagine previsti ´´per giungere alla completa individuazione di tutti i componenti dell´organizzazione´´. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal gip di Marsala Caterina Greco.

Le accuse variano dall´associazione per delinquere alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, alla ricettazione, falsita´ in autocertificazione, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento edistruzione scritture contabili. Contemporaneamente ai provvedimenti cautelari sono state eseguiti numerosi sequestri di beni mobili ed immobili ´´direttamente riconducibili dicono dalla Guardia di Finanza agli ingiusti profitti derivanti dall´attivita´ fraudolenta´´. In primo luogo sono state sottoposte a sequestro le aziende realizzate con le provvidenze comunitarie fraudolentemente ottenute, nonche´ le aziende endemicamente strumentali alla realizzazione della truffa.

Sono scattati i sigilli per: ´´Energia Pulita S.r.l.´´ di Salemi (Trapani) del valore di 25 milioni di euro; ´
´Heron S.r.l.´´, di Modica (Ragusa) del valore di 4,8 milioni di euro; ´´SGM S.r.l.´´ di Roma, del valore di 5 milioni di euro; ´´GM S.r.l.´´ di Salemi (Trapani), del valore di 10.000 euro. Parimenti sono stati sottoposti a sequestro autoveicoli aziendali e personali (tra cui Audi, Mercedes, Jeep Cherokee, ecc.), conti correnti bancari, quote societarie e valuta per 500 mila circa. La truffa perpetrata da questo gruppo di insospettabili era architettata in maniera ingegnosa e difficilmente individuabile, tanto da garantire la costruzione di due complessi industriali di notevoli dimensioni utilizzando, contrariamente a quanto previsto dalle specifiche norme in materia, unicamente le risorse messe a disposizione dall´Unione Europea. Una truffa che, a conti fatti, computando i finanziamenti ottenuti e la fatture false prodotte, supera i 20 milioni di euro.

Un ruolo di spicco in tutta la vicenda, come accertato dagli investigatori, e´ stato ricoperto da Antonino Scimemi Antonino, ´´deus ex machina´´ e ideatore dell´intera truffa, strettamente coadiuvato da Giuseppe De Cesare Sala (rappresentante legale della ´´Energia Pulita S.r.l.´´) e Sebastiano Cocola (amministratore della ´´Heron S.r.l.´´). Il suo scopo, il fine ultimo del piano da lui congenato, era quello di realizzare due impianti industriali di ingenti dimensioni, operanti nel campo della produzione di energia derivante da biomasse, attingendo esclusivamente ed unicamente da provvigioni economiche comunitarie, senza investire alcuna risorsa propria. Ma per fare questo, Scimemi aveva bisogno necessariamente di una serie di persone compiacenti, i quali, inseriti strategicamente nelle compagini societarie di aziende satellite - vere e proprie cartiere - avevano lo scopo di ´´spianargli la strada´´, producendo la documentazione fiscale necessaria a giustificare le spese rappresentate alla banca concessionaria del finanziamento.

Ecco quindi il ruolo chiave di Salvatore Renda (amministratore della ´´G.M. S.r.l.´´), Paolo Nassano (amministratore della ´´Age S.r.l.´´ e socio occulto della ´´Age Limited´´), Johansen Ann Mari (amministratore della ´´Age Limited´´), Angelo Salvatore (amministratore della ´´F&B Costruzioni´´) e Antonino Bendici (amministratore della ´´Tecnologie Meridionali Plastiche S.r.l.´´). La connection di aziende riconducibili a diverso titolo allo Scimemi fondava la sua struttura a orologeria su due capisaldi: il primo, rappresentato dal cospicuo numero di persone giuridiche coinvolte nell´intera vicenda (ben 16) e soprattutto il secondo, individuabile nella loro localizzazione, che interessa il territorio siciliano, laziale, lombardo, intra-nazionale (Repubblica di San Marino), comunitario (Gran Bretagna e Malta) e perfino extra comunitario (Repubblica di Panama e Isole Vergini Inglesi).

Come accertato dalle Fiamme Gialle, le due societa´ reperivano i beni e i servizi necessari per la loro costruzione ed espansione presso una serie di aziende ´´compiacenti´´, precedentemente enucleate, tra le quali aveva un ruolo di spicco la ´´Age Limited´´ con sede in Malta. Sostanzialmente la ´´Age Limited´´ forniva i beni e i servizi richiesti dalla ´´Energia Pulita S.r.l.´´ e dalla ´´Heron S.r.l´´, ma li corredava di documentazione fiscale attestante un controvalore eccessivamente maggiorato rispetto al reale, nonche´ di fatture per prestazioni d´opera o consegna di beni in realta´ mai avvenuti. L´intera documentazione veniva quindi trasmessa dalle due societa´ facenti riferimento allo Scimemi, unitamente a verosimili dichiarazioni di stato avanzamento lavori, alla Banca concessionaria del finanziamento comunitario, al fine di comprovare le spese necessarie allo svincolo delle quote del finanziamento.

La Banca concessionaria, una volta analizzato dal punto di vista formale l´intero carteggio pervenutogli, erogava le quote di finanziamento alla ´´Energia Pulita S.r.l´´ e alla ´´Heron S.r.l.´´ le quali utilizzavano tali somme per pagare le fatture precedentemente ricevute dalla ´´Age Limited´´. La ´´Age Limited´´, a sua volta, utilizzava i fondi ricevuti per il pagamento di fatture (anche queste, in tutto o in parte mendaci) emesse da societa´ dalle quali aveva ricevuto prestazioni di servizi o beni materiali, aventi sede nelle Isole Vergini Inglesi (´´Bowey Holding Limited´´) o nella Repubblica di Panama (´´Nordheim International Inc.´´ e ´´Gaphill Holding S.A.´´).

Queste societa´, infine, in qualita´ di soci della ´´Energia Pulita S.r.l.´´ e della ´´Heron S.r.l.´´, con la specifica di apporto di capitale proprio, effettuavano il versamento delle somme nei bilanci delle consociate, al fine di poter consentire un aumento del capitale sociale delle societa´, condizione, questa, tra le ´´sine qua non´´ per il corretto avanzamento della pratica di ottenimento di provvidenze pubbliche. Un percorso circolare, quindi, che metteva le societa´ gestite dallo Scimemi, la ´´Energia Pulita S.r.l.´´ e la ´´Heron S.r.l.´´, in grado di poter beneficiare dei contributi comunitari pressoche´ a ´´costo 0´´, attraverso l´articolata interposizione di societa´ di comodo e la necessariamente connessa produzione di fatture per operazioni inesistenti, il tutto apparentemente (per lo meno agli occhi del cittadino comune) in maniera lecita, all´interno di ordinarie e comuni operazioni commerciali.

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