PREMESSA
La Fiumara di Modica,chiamato anche Moticano (o Mothicano), è un corso d'acqua a carattere torrentizio della Sicilia sud-orientale. Il suo corso si svolge interamente nella provincia di Ragusa ed è lungo 22 km.
Il Moticano nasce dalla confluenza di due torrenti nel centro città di Modica, lo Janni Mauro (o S. Francesco) ed il POZZO dei PRUNI (o Santa Maria). L'incontro tra i due corsi d'acqua avviene proprio sotto la Torretta dell'Orologio del Castello dei Conti di Modica e dopo altri 300 m il Moticano raccoglie le acque del torrente San Liberale, proveniente da sinistra.
SINTESI DEL TRAGICO EVENTO :
Le quattro e venti antimeridiane del 26 settembre 1902. Proprio a quest'ora, il volume della pioggia che sembra già insuperabile, si dilata spaventosamente; non si tratta più di pioggia, più o meno torrenziale, ma di una valanga d'acqua che piove compatta a velocità incredibile. Si sono aperte le cateratte del cielo. La terra non è più in grado di contenerla; enormi distese mostrano la nuda roccia spogliata dell'humus che ha iniziato la sua macabra corsa verso la rovina. Laggiù in fondo c'è la città che dorme, ignara dell'apocalisse. I fulmini scavano solchi abbaglianti nel cielo nerissimo, squarciano le tenebre e si insinuano nelle fessure delle finestre e delle porte, come a spiare; i tuoni rotolano sulle coste e fanno tremare le case. I torrenti POZZO dei PRUNI, Ianni Mauro e Santa Liberante cominciano a vomitare montagne d'acqua.
Particolarmente terribile il primo, alimentato da un bacino di circa diciassette chilometri quadrati, con pendenze che superano, in molti punti, il 30%, inizia la sua pazza corsa a sette chilometri dalle porte di Modica. Via via che precipita verso il fondo valle, raccoglie le acque in piena del Passo Gatta, di Cava Fazio e della Vaccalina, come un enorme imbuto. All'altezza del San Pancrazio, entra nella strettoia degli argini; a questo punto il dislivello di oltre 150 metri e la strozzatura graduale aumentano vertiginosamente l'altezza della fiumara e la sua velocità.
Piomba alle spalle della Chiesa di Santa Maria come una gigantesca palla di cannone: si tratta di un fronte di acqua di quasi undici metri di altezza proiettato ad oltre cinquanta chilometri l'ora. Il ponte della Catena, investito dall'onda che porta avanti un grosso albero, a guisa di ariete, crolla senza resistenza. Il primo vero ostacolo è rappresentato dalla curva di Via Dione su cui sorgono tre case di abitazione, a diversi piani, che vengono spazzate via come castelli di sabbia. Dove un momento prima c'erano tre costruzioni di mole rispettabile, l'acqua si scava un nuovo letto profondo più di tre metri dal piano della strada e largo più di quindici! La parete est della Chiesa, robustissima e di nuova costruzione, servì quasi da guida all'acqua per scagliarsi contro il palazzo dirimpetto, che subì gravissimi danni, e per irrompere, attraverso i balconi sfondati, nelle stanze del primo piano dove lasciò un metro di fango. La Chiesa, il cui pavimento ha una superficie di quasi mille metri quadrati, si riempì di acqua melmosa per una altezza di tre metri e cinquanta. In Piazza Mazzini, il famoso piano Orosco, la piena ha un attimo di sosta, a causa del suo improvviso allargamento di fronte.
E' solo un attimo; poi, la folle avanzata riprende. Le colonne del ponte Pilera si incrinano, l'atrio comunale è allagato, la balconata dell'Ufficio Postale è divelta. A questo punto, le acque del POZZO dei PRUNI si incontrano con quelle del torrente Ianni Mauro; con un enorme boato, un tratto di ben 68 metri dell'alveo coperto di Piazza San Domenico scoppia letteralmente, a seguito della pressione interna provocata dal rigurgito dei due torrenti nel punto di incontro. Malgrado le notevoli proporzioni della piazza, l'acqua raggiunge una altezza complessiva di quasi dieci metri dal tetto dell'alveo. Le traccie lasciate sul palazzo Grimaldi arrivano a cinque metri e novanta dal marciapiede che, a sua volta, si innalza di quattro metri dal fondo della cava. Forti del reciproco apporto, le acque continuano la loro opera di distruzione e di morte. Buona parte delle case costruite sull'area dell'attuale Ufficio Postale ed i terrani situati all'incrocio di Via Arancitello con Via Santa, vengono diroccati. Più di trenta persone di questo quartiere, sorprese nel sonno, affogano come topi in trappola.
"Tratto da "La grande alluvione" (op. cit. pp.59-65)di G.Modica Scala --------------------------------------------------------------------- <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Quasi 110 anni dopo,nei pressi del torrente POZZO dei PRUNI definito nella cronistoria ("particolarmente terribile ,alimentato da un bacino di circa diciassette chilometri quadrati, con pendenze che superano, in molti punti, il 30%, inizia la sua pazza corsa a sette chilometri dalle porte di Modica"), si continua a costruire, opzione parecchio discutibile anteposta alla primaria necessità di una seria messa in sicurezza dell'intero quartiere. Correva l'anno 2011. Primo Ministro a Roma S.Berlusconi. Primo cittadino di Modica A.Buscema.
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