Nessuno e sottolineo nessuno fra giornalisti,opinionisti o personaggi della politica nazionale,a seguito del gravissimo incidente stradale che ha coinvolto ben 7 ciclisti, ha affrontato in questi giorni il tema della sicurezza sulle strade vedendolo da un 'altra prospettiva.Mi spiego. Partiamo dal principio che l'investitore ha tutte le responsabilità di questo mondo e merita tutte le condanne previste per il grave reato commesso. Pare fosse drogato,alcolizzato e non in possesso della patente(fatto poi smentito). Ha compiuto un sorpasso che non doveva fare(c'è invece chi sostiene che ha sterzato per evitare un'altro veicolo).In ogni caso ha mietuto 7 vite umane,persone giovani o di mezza età,sportivi per passione,tranquilli e felici. Il mostro,l'omicida,l'uomo cattivo è stato l'investitore. Quindi caso chiuso. Sette vite spezzate e la tv tace,tutte le forze,gli speciali e le dirette sono riversate sulla scomparsa della tredicenne Yara o sul misterioso omicidio di Sarah.Non c'è giorno,compresa la Domenica,che non si parli di questi due casi.Tutti indagano,intervistano,scrutano ogni dettaglio;i giornalisti si sono trasformati in detective agguerriti,vogliono trovare qualcosa,vogliono arrivare prima dei giudici,la privacy è solo un optional. Il rapimento e l'omicidio di due povere ragazzine fanno il pieno di ascolti,il successo di qualunque trasmissione televisiva,anche la più banale,è assicurato. Invece quanto successo in Calabria a quei poveri sette ciclisti,trucidati,falciati da un'auto...niente...nessuna trasmissione dedicata,nessun approfondimento,nessuna interrogazione parlamentare. Che c'entra la politica? Semplice. Dovrebbero attivarsi per evitare che altri stragi del genere accadano nuovamente,creando una legge severa e restrittiva che vieti categoricamente la circolazione di gruppi di ciclisti su tutte le strade sprovviste di apposite piste ciclabili.Cioè quasi tutte. E' inconcepibile che nonostante il Codice della strada lo vieti, si continua a camminare (e a morire) con le bici. Sono centinaia ogni anno le vittime che rimangono sull'asfalto,ma l'insensibilità delle Istituzioni e dei media fanno si che la situazione rimanga sempre la stessa.
Riflettiamo sulle parole del Comandante dei VVFF intervenuto sul posto del terribile recente incidente: "Se i ciclisti avessero rispettato il codice della strada, procedendo in fila indiana, non ci sarebbero stati più di 2 o 3 investiti, e forse anche questi, non avendo compagni intorno, sarebbero riusciti a scansarsi e a limitare i danni".
Quindi l'unica colpevolezza non è quella del disgraziato che li ha investiti,ma una parte è da imputare anche alla inosservanza del codice della strada ed alla cattiva abitudine di camminare a gruppo invadendo tutta la corsia,creando serio pericolo alle auto che transitano. Automobili e biciclette non sono compatibili su una stessa strada. Chiedo che qualche Autorità si faccia carico responsabilmente di questo problema prendendo adeguati provvedimenti atti a salvaguardare la vita di quelle persone che scambiano strade e superstrade per piste ciclabili. L'appello è rivolto anche a tutti quei politici o giornalisti capaci di creare una seria inchiesta su questo argomento. Cominciamo intanto a livello locale,con articoli,inchieste,testimonianze,interrogazioni,ordinanze e quant'altro conduca al rispetto della Legge e della vita umana.
dal casellario centrale infortuni: Elevato il rischio per i ciclisti sulla strada. In 3 anni quasi 1.000 i velocipedi vittime di incidenti, nel 2005 ci sono stati 317 morti. Un incremento del 5,7% rispetto al 2004 quando furono 300. I feriti sono stati 12.476, in aumento del 6% rispetto agli 11.766 dell’anno prima.
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