LE STRANE RISORSE DELLA POLITICA
Mi piacerebbe poter dire in qualche mia considerazione o analisi politica che cominciano ad intravedersi timidi segnali d’una politica che tende ad una sua riabilitazione, dopo innumerevoli atti d’accusa provenienti dalla società civile, il più delle volte legittime e fondate e ciononostante destinate a quanto pare a non incidere minimamente sulla dura scorza di politici ed amministratori, determinati a voler andare avanti secondo logiche perverse nella gestione della cosa pubblica.
PURTROPPO NON E’ COSI’!
Un’etica politica e gestionale di chi ha responsabilità pubbliche, imporrebbe un’equità decisionale libera da opportunismi politici in termini di consenso o di riempire quella mangiatoia di voti che prima o poi serviranno a determinare il successo politico dei singoli pretendenti al trono o al potere. Tali episodi, frequenti e molto spesso inspiegabili, danno luogo a palesi contraddizioni tra i buoni propositi espressi per l’ottenimento del consenso popolare ed i reali comportamenti, volti invece alla concessione del favore, soprassedendo spesso a quella linearità che dovrebbe caratterizzare sempre l’operato del pubblico amministratore.
Talvolta, non si tratta d’illeciti o di atti illegali, ma di decisioni che confliggono con la corretta visione nella gestione d’un territorio da salvaguardare o da lasciare non violentato alle future generazioni, si tratterebbe di capire per semplice buonsenso che un territorio armonioso e non cementificato vale molto più di migliaia di voti. Ma questi discorsi semplici e condivisibili, non vengono recepiti da tanti amministratori, non perché siano degli stolti ma per una distorta concezione mirata solo al consenso politico clientelare.
La contraddizione che emerge è quella d’un divario netto tra le cose dette e quelle realizzate da questi signori e la negazione verso taluni, contraddetta con la concessione verso altri, evidentemente più opportuni per le loro potenzialità politiche.
Quale spiegazione logica, plausibile, dovrebbero darsi i cittadini di fronte a concessioni negate ad alcuni ed ottenute da altri ?
Certe decisioni sono riconducibili ad un radicale mutamento d’una visione politica nella gestione del territorio o piuttosto alla scelta di voler perseverare in una miope, opportunistica concezione di far politica ?
Dicessero almeno da cosa traggono certe ispirazioni, evidentemente contraddittorie e certamente incomprensibili dalla maggior parte dei cittadini che invano, continuano a sperare nell’inaugurazione d’una politica più saggia e più attenta al rispetto della cosa pubblica.
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Repliche per questo messaggio
- Commento inviato da: Un tecnico contratista in data 24/09/2010 13:51:24
> Consigliere Migliore ha ragione. Viene da piangere.Io credevo in una classe politica diversa, in una nuova classe che avesse nuovi ideali e nuove frontiere.Ricordo le battaglie fatte da alcuni soggetti politici dell’allora opposizione, ricordo le costruzioni di lottizzazioni con concessione edilizia singola e ora le stesse persone che criticavano,raggiunto il potere esercitano allo stesso modo.Cosa è cambiato.nulla.C’era chi costruiva con la vecchia amministrazione e ora ci sono altri soggetti che costruiscono con la nuova amministrazione.Il nuovo sindaco,segue la stessa filosofia di tutti gli altri sindaci.La politica ruota attorno a degli affari economici e a limite del limite opera in modo tranquillo.I voti garantiranno la sopravvivenza.Consigliere Migliore la sua constatazione è amara. Spero che abbia compreso chi si trova attorno e con chi si confronta.Con profonda stima, un geometra.
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