Le argomentazioni del Prof. Arch. Biagio Guccione sulla difesa del Piano Paesaggistico sono pienamente condivisibili, MA NON PER "QUESTO" PIANO PAESAGGISTICO. Questa "coltre" che è stata calata tout-court sul territorio è la classica "cutra" modicana (ricordate il detto "...e ora cu sa tira a cutra?"). Come mi sono trovato a dire qualche post fà, non è così che si salva un territorio. In questo modo si ottiene solo la costruzione di un grande MUSEO (ma il territorio Ibleo non è un centro storico, non è Firenze, non è Venezia) senza tenere conto di due basilari fondamenti della nostra società: 1) - le tradizioni contadine estese anche al costruire e al costruito. 2) - la dinamicità della crescita e dello sviluppo sociale oltre che economico di un popolo.
Con questo modo di agire si ottiene solo lo scopo di costringere una popolazione a cambiare dall'oggi al domani i propri usi e costumi. Il sapore è squisitamente da regime totalitario. E' ciò a cui sono abituati gli accademici, gente che non ha mai preso una cazzuola in mano e teorizza invece di risolvere.
Ha ragione Guccione quando tuona contro i politici, gli stessi che non hanno il vezzo di risolvere ma di complicare le situazioni per i loro tornaconti personali.
Tuttavia i cambiamenti radicali, "rivoluzionari", non hanno mai prodotto grandi benefici, allora è più opinabile che le leggi vadano cambiate gradualmente, come ho già detto. Per il nostro territorio sarebbe stato più opportuno operare a passaggi successivi: 1) - eliminare la facoltà di costruire finti locali commerciali, artigianali, studi tecnici ecc. 2) - eliminare il SUAP nella sua attuale accezione (attenzione, il SUAP è uno strumento di per se molto utile, solo che chi se ne è servito ne ha abusato fino a farlo diventare un legalizzatore di scempi ambientali, un esempio fra tutti i capannoni che sostano nelle vicinanze della Chiesa delle Crocevie che non solo hanno deturpato il paesaggio, ma hanno ridotto quasi a zero il valore della vicina meravigliosa masseria con annessa casina signorile e terreni adiacenti). 3) - Approvare il PRG con la possibilità di dotarsi di PRPC (Piani Regolatori Particolareggiati Comunali di iniziativa pubblica e-o privata). 4) - Richiedere ovunque e comunque il parere della Sovrintendenza BB.AA.CC. che dovrebbe a sua volta esprimere pareri meramente estetici e non urbanistici, come del resto avviene in tutta Europa.
Questi quattro punti avrebbero da soli salvaguardato il territorio senza limitare nessuno nella propria facoltà di decidere dei propri beni.
Il Piano Paesaggistico, mi rivolgo all' Arch. Guccione, non produrrà altro effetto se non quello di far emigrare le Imprese verso paesi esteri, e di conseguenza il licenziamento di migliaia di operai che produrranno una enorme massa di lavoratori occasionali (quindi in nero) per le piccole riparazioni dell'edificato.
E' un mio parere ed ho i capelli abbastanza bianchi per poterlo dire con esperienza.
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