ALIENAZIONE PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL COMUNE DI MODICA E MIOPIA POLITICO-AMMINISTRATIVA
Uno degli ultimi temi affrontati dal civico consesso, è quello relativo alla vendita di alcuni beni, terreni ed immobili di proprietà del Comune di Modica. Certamente una scelta non deliberata a cuor leggero, credo nemmeno dalla maggioranza, ma dettata dalla difficile situazione economico-finanziaria dell'Ente, che purtroppo continua a navigare in acque agitate che impongono scelte anche traumatiche.
Credo però che come spesso accade a chi viene a trovarsi in situazioni economicamente ingestibili, anche la Giunta Buscema sia rimasta vittima di quella miopia, tipica di coloro che perdono la lucidità mentale e la capacità di analisi adeguate, lasciandosi sopraffare dal precipitare degli eventi, ma è anche la conseguenza inevitabile di chi ritiene di non aver bisogno della collaborazione di altri, seppur disponibili ad offrirla.
L'alienazione di alcuni beni comunali è la giusta soluzione ai problemi dell'Ente?
Partiamo dalla considerazione che molti di tali beni, siano già stati oggetto di asta pubblica e, così come prevede la legge, ad ogni tentativo di vendita, hanno subito un ribasso di prezzo del 20 % , riducendo di fatto il valore reale del bene, in qualche caso del 60 % nel caso in cui siano avvenute 3 aste andate deserte; il successivo tentativo per cedere il bene, va fatto con trattativa privata e nell'ipotesi di collocamento del bene stesso, il Comune avrà perso una quota consistente del valore reale del bene ceduto, mentre invece alcuni privati potranno realizzare veri affari rispetto alle condizioni di mercato.
Ma la trattativa privata, non può dar luogo a comportamenti politici ed amministrativi discutibili?
Si sa infatti, che chi potrà partecipare alla suddetta trattativa privata è un numero limitato e precedentemente accreditato, che nella fattispecie è di 60 unità, alimentando il legittimo sospetto che certe operazioni assumano uno sfondo squisitamente politico-clientelare. Alcuni di questi beni posti in vendita, tra l'altro, producono un reddito, in quanto sono dati in affitto, con un gettito certo che dovrebbe indurre a più attente valutazioni circa la scelta di alienarli, con un'altrettanta certa penalizzazione economica per l'Ente.
Come ovviare a certo avventurismo amministrativo?
Si potrebbe, anzi si dovrebbe valorizzare il bene con adeguate misure che la legge consente agli Enti pubblici, dandoli in garanzia a qualche istituto finanziario che opera in materia di spin-off e ciò garantirebbe la copertura dei relativi oneri finanziari con l'introito dell'affitto, magari adeguato alle attuali condizioni di mercato, evitando però l'alienazione del bene a beneficio di qualche privilegiato.
Saprà questa Giunta riacquisire la necessaria capacità di analisi per scongiurare un danno che diverrebbe irreversibile?
Se vivremo, vedremo !
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Repliche per questo messaggio
- Commento inviato da: Darwin. "l'ultima domanda" in data 04/09/2010 17:24:11
> Sarebbe il caso di sostituire "Saprà" con "Ha interesse" questa Giunta "di" riacquisire la necessaria capacità di analisi per scongiurare un danno che diverrebbe irreversibile?
Lei ne parla da 2 anni di spin-off, ma tutti fanno orecchie da mercante, non hanno posto il minimo interesse ad analizzarne l'opportunità, pensi che al Sindaco è stato riferito che non risolverebbe i problemi del Comune, sarei curioso di conoscere le qualità di questo "riferitore".
E' vero, non risolverebbe i problemi da solo, ma porterebbe liquidità alle casse comunali e il risanamento (intrapreso?) sarebbe meno doloroso.
SVENDENDO i beni dei Cittadini, mica sono i Loro, pensano di risolvere velocemente tutti i problemi e invece si invischeranno in possibili e legittimi dubbi di collusioni con faccendieri e cricche varie.
Cosa possiamo chiedere ad una coalizione teocratica-dinastica-integralista-estremista rappresentata da un Sindaco che non vuol più sentire di essere additata come una brava persona, ma quale aggettivi qualificativi dobbiamo usare se fino ad oggi non ci ha dato la dritta giusta?
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