Qualche tempo fà mi hanno raccontato una barzelletta e io all'epoca mi sono fatto una risata.
Oggi mi viene a mente la differenza tra "risata" e "sorriso": la prima sottende un sano divertimento fine a se stesso, una gioia che fibrilla tra il cuore e il cervello e che ti dà 5 minuti di serenità; il secondo ti lascia l'amaro in bocca, ti fa salire alle labbra, leggermente socchiuse, un impeto di malinconia misto a ilarità, ma ti costruisce quella barriera mentale che ti stimola a leggere la tragedia che si cela dietro "il fatterello". Oggi, ripensando a quelle parole, mi viene da sorridere se le accomuno alla mia Modica politica.
Ve la voglio proporre: Un bambino va dal padre e dice: Papà cos' è la politica? Il padre ci pensa e poi dice: Guarda te lo spiego con un esempio: io che lavoro e porto a casa i soldi sono il capitalista, tua madre che li amministra è il governo, la donna delle pulizie è la classe operaia, tu che ormai hai qualche voce in capitolo sei il popolo, tua sorella che è appena nata è il futuro, tuo nonno, che rappresenta la saggezza, è il sindacato.Il bambino va a dormire, ma alle due di notte la sorella comincia a piangere; il bambino va a cercare qualcuno.Va dal padre ma non lo trova, va dalla madre la quale lo manda via perché ha sonno, va dalla donna delle pulizie e la trova a letto col padre, va dal nonno che soffre d'insonnia e lo trova appoggiato al davanzale della finestra e non gli dà neanche retta e allora torna dalla sorella e le dice: Guarda ho proprio capito cos' è la politica: i capitalisti fottono la classe operaia, il governo dorme, il popolo non lo ascolta nessuno, i sindacati non ascoltano e il futuro stà nella merda.
A dire il vero, ora che l'ho riscritta, non mi viene neanche più da sorridere.
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