per la cronaca, e visto che ero lì con il Cons. Migliore, descrivo l'attuale tempio+casa del Rev. Morishita:
è una baracca con struttura in legno molto precario, coperta da ondulina sottocoppo impermeabilizzante ma assolutamente non coibentante (giusto per ripararsi dal vento e dall'acqua piovana); stesso materiale per le pareti esterne; al pavimento troviamo solo tappeti tipo persiani (all'apparenza non originali, probabilmente donazioni di comisani che non li volevano più a casa e li hanno donati al monaco); nessun suppellettile.
Insomma, un'assoluta povertà materiale, cui si contrappone un'altrettanto assoluta ricchezza spirituale. Un assoluto disagio fisico contornato da un'altrettanto assoluta serenità del sorriso di un omino che non ha parlato male di Soka e Ikeda, ma che, ha sentito dire, essere una potente e spettacolare organizzazione commerciale, che nulla ha del buddhismo giapponese, come nulla ha del buddhismo tibetano o di qualsiasi altra formazione buddhista nazionale e internazionale.
Chi è stato in Umbria, ad Assisi e dintorni, può aver colto quell'odore di santità nell'aria; A Comiso, su quella collinetta, si respira aria di serenità, di pace.
Andate, se potete, a verificare e poi confrontate il tutto con la Soka Gakkai.
Ai posteri la sentenza (per niente ardua direi).
silvio
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