Ringrazio vivamente il Sig. Spectator per aver interpretato in modo molto profondo il vero sentimento logico che anima le mie lettere al Sindaco.Grazie.
http://www.radiortm.it/2010/07/23/%E2%80%9C-il-sindaco-buscema-e-le-battaglie-del-consigliere-giovanni-migliore%E2%80%9D%E2%80%A6%E2%80%A6%E2%80%A6-la-riflessione-di-spectator/
“ IL SINDACO BUSCEMA E LE BATTAGLIE DEL CONSIGLIERE GIOVANNI MIGLIORE”……….La riflessione di Spectator scritto il 23 lug 2010 Pubblicata alle ore 17:20:46 -
Vedo con piacere che quanto scrive il consigliere comunale del Pdl Giovanni Migliore trova una platea di lettori abbastanza nutrita. Mi chiedo se questo accade perché Migliore è amante della polemica o perché le cose che dice e scrive hanno un senso, un interesse generale che guarda al bene della città. L’impressione più plausibile mi porta a dire che Migliore è un “consigliere sui generis”, il quale dà un peso molto relativo alla sua appartenenza politica: egli guarda a ciò che è giusto, onesto, e non mi sembra animato dalla polemica fine a se stessa. Al di là delle questioni che egli pone, e per le quali lamenta il silenzio o risposte poco esaurienti da parte del sindaco Buscema in Consiglio comunale, una cosa mi sembra di cogliere nel suo ragionamento: la poca propensione al dialogo di Buscema, alias arroganza istituzionale. Dunque il cattolico Buscema, cresciuto e allevato nella chiesa di San Pietro, sarebbe veramente un uomo incapace di dialogare chiuso nella sua “torre eburnea? A quanto dicono le forze sindacali, la maggior parte dei dipendenti comunali, molti commercianti, cittadini e consiglieri comunali sembrerebbe proprio di sì. Io purtroppo debbo dissentire, perché credo che il sindaco Buscema non sia né arrogante né incapace di dialogare; tutt’altro, egli è invece a portata di mano, non ama le convenzioni e i galatei istituzionali, si palesa semplice, a volte troppo semplice quasi da non distinguersi, per chi non lo conosce, dal comune cittadino. Ritengo invece che il problema sia un altro, e cioè la formazione intellettuale del primo cittadino, che risente di una visione quasi settaria dei problemi della città , nel senso che le cose buone e giuste, alte e profonde sono quelle che provengono da lui e da chi gli sta accanto e che, al contrario, tutto ciò che viene da altri, e dall’opposizione in particolare, è sempre di scarso livello e animato da strumentalizzazione. Lui naturalmente si sforza di mostrare rispetto, di dare risposte, perché ha il dovere di darle, ma non mostra alcuna convinzione che possa far pensare ad una collaborazione vera e reale anche con il supporto dell’opposizione. Ecco allora, in altre parole, l’arroganza contestata al sindaco Buscema: tu sei il sindaco, e quello che pensi e decidi è sempre migliore rispetto a quello che possono pensare e dire altri: sindacati, opposizione, forze sociali e imprenditoriali, cittadini e associazioni. In questo Buscema non si sta dimostrando diverso da Torchi, che lo stesso Buscema, dai banchi dell’opposizione, giudicava tracotante ed arrogante politicamente. Egregio sig. Sindaco, la città è come una comunità familiare: ci sono i dolori, le sofferenze, le crisi, gli scontri, le inversioni di ruolo sbagliate tra genitori e figli, ma ci sono anche i momenti in cui bisogna dare un sorriso e una speranza ai figli che crescono. Lei che nella sua campagna elettorale si è proposto come un “buon padre di famiglia”, tenti di esserlo e di farlo, con competenza e autorevolezza dando un po’ di speranza vera ai modicani. Cerchi di non farsi condizionare da una certa visione “parrinara”, non agisca come se avesse ricevuto una investitura da Dio, non si trinceri dietro un concetto di dialogo secondo il quale quel che lei dice, pensa e fa è “vangelo” mentre quello che dicono, pensano e fanno gli altri è opera di Lucifero, appartiene al regno del maligno che lei ha ereditato dal passato e contro il quale deve quotidianamente combattere. Caro sindaco, si sforzi di dialogare di più, coinvolga quanto più possibile consiglieri di maggioranza e di opposizione, deputati, uomini di buona volontà, persone della società civile modicana, tecnici e politici senza guardare ad appartenenze. Se il suo occhio guarda sempre e solo a sinistr , ad un piccolo gruppo investito di poteri intellettuali morali e religiosi che dovrebbe imporre il proprio volere a tutta la città, non farebbe che dare ragione al consigliere Migliore e a chi lo accusa di essere incapace di dialogo. E lei, ne sono certo, questo non lo desidera, perché vuole far risalire dal fondo la barca sulla quale è salito due anni fa.
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