Vorrei entrare nella diatriba nata tra Giombattista Ballarò, Fausto Righi e Darwin.
Credo fermamente nella verità che, in porzioni e proporzioni diverse, ognuno cela e ciascuno porta con se; e che inconsapevolmente contribuisce a creare la Verità Universale Oggettiva, peraltro sconosciuta a tutti gli esseri viventi, essendo appannaggio di Dio (SuperIo, Natura, Essere Supremo, Caos, Coscienza Universale .... chiamatela come volete).
Questa è creduta come Vangelo, in un crescendo di autostima e autoconvinzione, e, in un impeto di arroganza, la si vuole isolare dalle "altre verità", dagli "altri vangeli" che il prossimo, ovvero ognuno di noi che non sia l'Io, che sia "l'altro", porta avanti con la medesima convinzione e col medesimo coraggio.
Come vedete ciascuno dice la Verità e ciascuno ha colto l'argomento principe che scalza tutti gli altri argomenti.
Questo incedere deve far riflettere sul concetto di LIBERTA'.
La libertà di ciascuno di noi si ferma laddove comincia la libertà dell'altro.
Cosmicamente non possiamo asserire di essere ASSOLUTAMENTE LIBERI (Absolutamente liberi), in quanto il "mio libero pensiero" troverà confine nel diritto di negazione del "libero pensiero" di colui che nega il mio pensato.
Vano è stabilire ciò che "è giusto" e ciò che "è sbagliato" se il discorso rimane nella sfera ideale della disquisizione filosofica.
Diversa cosa è il rapporto tra uomini liberi (liberi di pensare e di agire su un piano umano e terreno) che trovano ostacolo nella libertà di dubitare dell'uomo che hanno di fronte. Esempio concreto è il dubbio di San Tommaso, che, costruttivamente, è un passo avanti agli altri Discepoli, perchè non si accontenta di "credere" [come un allocco, n.d.r.] ma vuole indagare per sapere e conoscere;
Questo è un dovere per chi, come noi umani, è dotato di intelligenza.
silvio
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