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NUOVI POLITICI “PULITI” CRESCONO. La riflessione di Giombattista Ballarò scritto il 8 giu 2010 Pubblicata alle ore 15:07:39 - Fonte: giombattista ballarò - 232 letture - 3 commenti.
Quando l’anormale diventa prassi,persino un singolo episodio di ordinaria normalità, può autorizzare ad affermare che forse non tutto è perduto. Sono tra coloro che da tanto tempo,sostengono che i diversi livelli della politica nel nostro Paese siano occupati da persone poco inclini ad una visione “missionaria” della politica e la concepiscano invece come un traguardo che se raggiunto,consente il perseguimento di obiettivi personali,difficilmente raggiungibili con altre carriere. Esistono ovviamente le eccezioni e quando si ha la possibilità di acclararle, si riconquista qualche speranza. In questi giorni, ho avuto il piacere d’interloquire con un politico nostrano, che non conosco de visu e del quale non rendo noti i suoi dati, solo perchè le mie valutazioni potrebbero essere scambiate per piaggeria, che stupendomi per il linguaggio chiaro e non in uso ai politici, per l’evidente spirito di servizio con cui interpreta il ruolo del politico, per la disponibilità al confronto dialettico scevro da pregiudizi di appartenenza, per l’insolita predisposizione all’autocritica, ho provato un’insolita ammirazione ed è riapparsa in me, una sorta di speranza motivata dalla oggettiva constatazione che nuovi politici “puliti” crescono. A me non interessa a quale partito appartenga, convinto come sono da sempre che il “buono” esista ovunque, ma sono felice che giovani professionisti, seri ed affermati, abbiano una visione corretta della politica e non si aggiungano alla folta schiera di opportunisti e mediocri che hanno degradato il ruolo,di per sè nobile, della politica.
Commenti
* Franco 8 giugno 2010 alle 16:30
Chi può essere? Chi è quell’uomo politico nostrano? Io tiro ad indovinare…………………. Giovanni Migliore * sarop 8 giugno 2010 alle 20:36
una fine disquisizione, una banale interpretazione! pazienza!!!! mi rallegro comunque con il sig. Ballarò! * verenne 8 giugno 2010 alle 20:42
Signor Ballarò, Lei ha ragione in tutto, mi sento di aggiungerere solo una cosa: il nostro sostegno, rafforza queste persone, e Dio sà quanto ne hanno di bisogno, perchè il sistema, come abbiamo visto, comincia a creare gli anticorpi per proteggersi.
Fausto Righi 9 giugno 2010 alle 7:50
Preg.mo Signor Ballarò, concordo pienamente con le sue considerazioni. Anche io, come lei, sono convinto che il “buono”, come il “cattivo” esista ovunque e che sono le persone, non certo le etichette, o l’ appartenenza a un partito, a fare la differenza.Per questo desidero esprimere, anche in questa sede, il mio apprezzamento nei confronti del Dott. Giovanni Migliore per la serietà e l’impegno con i quali sta cercando di far luce sul problema delle sette. Sottolineo che in questo modo il Consigliere Migliore sta rendendo un servizio non solo a Modica ma all’intero Paese. La cittadinanza onoraria è soltanto la punta di un gigantesco iceberg. Stavo giusto riflettendo su una circostanza, in merito alla quale chiedo cortesemente il suo parere. Secondo lei, con l’Aureola della Cittadinanza onoraria – che è l’imprimatur, il marchio di credibilità e di autorevolezza sottoscritto dalla città – si rafforza o no la strategia di proselitismo per la “conquista” di nuovi adepti? Secondo me sì. E’ uno specchietto per le allodole che esercita un potente richiamo, per la serie: “Vedete come siamo bravi? Anche il vostro Sindaco riconosce la grandezza del nostro Maestro”. Insomma potrebbe esere un modo per spianare la strada. Ed è molto importante spianarla,soprattutto se si considera che i nuovi adepti saranno “invitati” a diventar membri, ad acquistare libri, abbonarsi a riviste, fare “zaimu, cioè versar soldi, prestare attività…Staremo a vedere, intanto mille grazie e buona giornata. Fausto Righi. # giombattista ballarò 9 giugno 2010 alle 8:00
Duole dover constatare che molto spesso anche le persone acculturate e in quanto tali teoricamente non condizionate da idee preconcette,facciano gran fatica a rapportarsi con l’oggettività delle questioni.Credo che un segno di libertà sia rappresentato dal seguire le quotidiane vicende senza mai rimanere legato ad idee precostituite e credo altresì che non rendersi disponibile a recepire eventuali nuove verità,rappresenti nei fatti una possibilità di crescita abortita.
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