Cosa lega, gli Ordini dei Cavalieri di Malta, Cavalieri di gran Croce, e la Massoneria.
L'Ordine dei Cavalieri di Malta , nato verso il medioevo, (e tutt'ora una RAPPRESENTA una forza di 12.500 Cavalieri e Dame), è la Punta della Piramide della Gerarchia Massonica. Ovvero, i Cavalieri di Malta, sono i sovrani diretti dell'ordine Massonico (la cui data di nascita è ancora un mistero), che altresi', si pensa essere un ordine creatosi dalle religioni Ortodosse, ovvero le prime religioni EGIZIANE CRISTIANE. E quindi primi discendenti del "segreto" della CHIAVE DI THOT. E l'ordine dei Cavalieri di Gran Croce?, E' un Ordine creato in Francia e diffuso poi in Italia (per via del Vaticano), creato da NAPOLEONE BONAPARTE, l'uomo che descrisse i LABIRINTI e le stanze situate SOTTO LA SFINGE. Guardacaso dove dovrebbero trovarsi le CHIAVI DI THOT. QUesta è soltanto UNA delle TANTE CHIAVI che collega questi Ordini. Ritengo come un mio amico, che le chiavi di THOT siano sparse, parte in Francia, parte in Vaticano. E gli unici a CONTROLLARE queste "informazioni storiche", sono GLI ORDINI CAVALLERESCHI.
Il Cavalierato di Gran Croce è una onorificenza di altissimo rango in uso in molti ordinamenti.
Esso, nella scala delle benemerenze degli ordini cavallereschi e di merito, è superiore a quello di Commendatore ed è inferiore talvolta all'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone, che però non è presente in tutti gli ordini cavallereschi esistenti.
UNA CURIOSITA' SU QUEST'ULTIMO ORDINE Sono tutti o quasi capi di stato, ma la cosa che lascia perplessi è la presenza tra questi di alcuni efferati dittatori, come Tito, Mobutu, Bongo e Ceausescu. Quest'ultimo era insignito anche dell'Ordine del Bagno (Gran Bretagna) e dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) che, ovviamente, una volta condannato per genocidio, gli furono revocati e il suo nome fu cancellato dai relativi albi. Perchè la Repubblica Italiana non ha fatto lo stesso? Eppure l'art. 5 della L.178/51 prevede:" Salve le disposizioni della legge penale, incorre nella perdita dell'onorificenza l'insignito che se ne renda indegno".
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