Repliche per questo messaggio
- Commento inviato da: silvio in data 10/05/2010 09:51:40
Sig. Emiliano Di Rosa,
in merito al suo passaggio televisivo circa il "disintegratore" del Cons. Galizia ho due opinioni (queste si che sono opinioni e non notizie scevre da partito preso)
1) se Ella vuole dare una notizia di cronaca senza incorrere nel giudizio personale, deve riportare i fatti e non commentarli.
2) se Ella vuole dare inizio ad una "notizia con sfondo satirico" allora sono ben felice di accettarla come tale, e anzi Le faccio i complimenti perchè il servizio era veramente carino. Satirico come pochi nel nostro panorama giornalistico locale. Però non deve farlo passare all'interno di un Telegiornale che ha presunzione di ben altro taglio informativo.
Fa bene il suo nobile mestiere quando si informa sui fatti, ma, per parafrasare un grande politico dei nostri tempi, dubiti, perchè "a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca".
silvio
- Commento inviato da: Fonte internet in data 10/05/2010 11:02:31
>Per il dott.Emiliano di Rosa.
Sperando di farle cosa gradita,le invio solo alcuni fra i tanti articoli sulla discarica di Mazzarrà reperibili facilmente sul web.
Articoli dai quali si evince un passato prossimo non proprio limpido come l'acqua di un ruscello.
Mi farebbe piacere se Lei,grazie alla sua professionalità,creerebbe un dossier su questo sito partendo dalle origini fino ai giorni nostri, visto che ci interessa da vicino,essendo diventata anche la discarica dei modicani.
Più tasselli si mettono e prima il mosaico si completa.
Per dovere di cronaca,per la ricerca della verità e con la presunzione che in Sicilia siamo tutti onesti e la mafia è solo una mera fantasia.
Con stima.
La discarica di Mazzarà Sant’Andrea,dista solo 300 metri dal centro abitato di Furnari,(Comune sciolto per infiltrazioni mafiose e quindi commissariato).
Ben sette consiglieri comunali,su quindici complessivi,si sono dimessi.
Nel paese l’aria è irrespirabile, non sempre, ma spesso, il cattivo odore arriva dalla discarica, ne sono coinvolti anche i comuni limitrofi.
La discarica era fin a qualche tempo fa un problema che era meglio tacere, era comoda da tirar fuori in campagne elettorali con promesse, dimenticate subito dopo l’elezione, qual’ è la stranezza? in Italia è prassi, in Sicilia è obbligo. Il 10 Aprile 2008 scatta l’operazione “ Vivaio” condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Messina, che porta a provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di varie persone, riconducibili a “ Cosa Nostra” operante nella zona tirrenica.
Buona parte dell’operazione è riconducibile all’attività imprenditoriale legata alla discarica ed al suo indotto; il Gip scrive: “ il Comune di Mazzarà allo scopo di allargare la discarica avrebbe dovuto acquisire attraverso la procedura espropriativa, determinati terreni. Di fatto quest’acquisizione è avvenuta per cessione bonarie dei proprietari che si sono rivelate particolarmente lucrose per i precedenti proprietari dei fondi”. La società che si occupa della discarica è la Tirreno Ambiente.
Il Senatore Lumia,in un'interrogazione, chiede: quali iniziative il Governo intenda assumere per evitare che la discarica di Mazzarà S. Andrea sia ancora soggetta al condizionamento mafioso; se il Ministro dell’interno sia a conoscenza dei gravissimi fatti esposti in premessa e delle ragioni per cui sono, allo stato, mancate conseguenti iniziative da parte delle istituzioni competenti; se, una volta verificata la veridicità di quanto riportato, non ritenga doverosa l'adozione di una procedura di accesso, al fine di poter assumere le eventuali necessarie determinazioni in ordine allo scioglimento dell’amministrazione comunale di Furnari, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000.
Il 13 Marzo 2009 si è insediata al comune di Furnari la commissione ministeriale nominata dal Prefetto Alecci di Messina su disposizione del Ministro degli Interni Maroni, per accertare infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno dell’ente. La commissione, presieduta dal viceprefetto Contarino, è composta da esponenti delle forze dell’ordine: il dirigente del commissariato di Barcellona, Rodolfo Savio, il tenente colonnello dei Carabinieri, Luigi Bruno, e il Maggiore della Guardia di Finanza, Ugo Rabbuffetti. La commissione avrà tempo novanta giorni per concludere le indagini.
La legge deve fare il suo corso, speriamo che a Furnari non accada ciò che già si è verificato in altri comuni, ma intanto il danno ai cittadini è stato fatto, il comune è rinomato per il suo vino e il suo olio, oggi invece ha un danno ambientale causato dalla vicina discarica, che tra l’altro dovrebbe essere ampliata.
I Camion carichi di spazzatura la notte attraversano la statale 113, per arrivare alla discarica di Mazzarà, lasciamo perdere la velocità, lo dico perché io personalmente abito sulla statale in territorio Terme Vigliatore, da lì passano; Dai camion cola un liquido che si riversa sulle strade e con l’avvento del caldo lascio al lettore immaginare l’odore che al mattino si sente salire, non oso immaginare l’odore che arrivi a chi si trova vicino alle discariche.
ulteriori informazioni per chi ha tempo e pazienza :
<a target="_blank" href="http://isolapulita.over-blog.it/article-furnari-sette-consiglieri-si-dimettono--42828985.html">http://isolapulita.over-blog.it/article-furnari-sette-consiglieri-si-dimettono--42828985.html</a>
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<a target="_blank" href="http://www.enricodigiacomo.org/2009/12/mazzara-santandrea-me-operazione-antimafia-vivaio-il-nuovo-collaboratore-di-giustizia-enzo-marti-del-clan-di-mazzara-spiega-la-gestione-mafiosa-del-business-rifiuti/">http://www.enricodigiacomo.org/2009/12/mazzara-santandrea-me-operazione-antimafia-vivaio-il-nuovo-collaboratore-di-giustizia-enzo-marti-del-clan-di-mazzara-spiega-la-gestione-mafiosa-del-business-rifiuti/</a>
C’è un nuovo collaboratore di giustizia pronto a raccontare parecchi retroscena della vita del clan di Mazzarà Sant’Andrea, in particolare i loro interessi nel business dei rifiuti e in relazione all’omicidio di Antonino Rottino, il fedelissimo di Carmelo Bisognano eliminato a fine agosto 2006 nell’ambito dei contrasti interni al gruppo, tra il boss storico e l’emergente Tindaro Calabrese. Si tratta del marchigiano Enzo Marti, ex dirigente di Tirreno Ambiente, la società che si occupa di raccolta rifiuti nel barcellonese, condannato a 6 anni in abbreviato nel processo Vivaio, l’indagine sugli affari dei mazzaroti sfociata nella retata dell’aprile 2008 che costò le manette anche a lui. I suoi primi verbali sono stati depositati ieri agli atti del troncone principale del processo, in corso davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello, dai pm dell’accusa, il sostituto della Direzione distrettuale antimafia, Giuseppe Verzera, e il collega della procura ordinaria di Barcellona, Francesco Massara. Adesso sono a disposizione dei legali che difendono gli imputati alla sbarra. Tra loro anche i Bisognano, Tindaro Calabrese e i loro fedelissimi. Marti ha raccontato agli investigatori come operava la longa manus del clan nel business dei rifiuti. Enzo Marti era legato proprio ai Bisognano. Molte le telefonate intercettate dai Ros dei carabinieri tra il marchigiano e i fedelissimi di Bisognano. Una di queste conversazioni risale all’indomani della notizia dell’inchiesta sulla società TirrenoAmbiente. Marti raccomanda ad uno degli uomini del boss di “stare vigili” sulla faccenda. Ancor più interessanti per gli investigatori quelle intercettate l’indomani dell’omicidio di Rottino, nelle quali il marchigiano si preoccupa di cercar riparo al fratello dell’ucciso, temendo ulteriori ritorsioni. Le conversazioni captate in quei giorni fanno emergere la convinzione, di Marti e dei suoi interlocutori, che dietro il delitto ci sia il capo della frangia “scissionista” Tindaro Calabrese, allontanatosi dal Mazzarrà proprio qualche giorno prima dell’omicidio. Nel marzo 2007, in vista della scarcerazione di Carmelo Bisognano, la sorella Vincenza e i suoi fedelissimi si recano nelle Marche per comunicare a Marti i loro intenti: si preparano possibili ritorsioni nei confronti degli scissionisti e si progetta la vendetta all’omicidio di Rottino. La probabile faida interna fu scongiurata dalle Forze dell’Ordine proprio col bltiz Vivaio. Il contatto tra Enzo Marti ed i mazzarroti risale all’inizio del decennio. Nel 2003 il marchigiano è responsabile della discarica di Mazzarrà per Tirreno Ambiente. E’ lui a siglare gli atti che consentono a Teresa Truscello, moglie del boss Bisognano, di continuare a guadagnare dalla discarica stessa, attraverso l’affitto dei terreni di famiglia alla società che gestisce il sito. Antonino Rottino, invece, era un imprenditore del settore movimento terra che operava nell’indotto delle discariche. E in quest’ambito che nasce l’amicizia tra il marchigiano e l’ucciso.
da Normanno.it
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